Impianto

DATI TECNICI ─ FUNZIONAMENTO ─ NORME DI SICUREZZA ─ RAPPORTO ANNUALE

 

Dati tecnici

 

Inizialmente è stato costruito per trattare le acque luride e meteoriche dei Comuni di Agra, Barbengo, Carabbia, Carabietta, Gentilino, Grancia, Montagnola, Pambio Noranco e Pazzallo. Successivamente con risoluzione del 10 agosto 1983, il Consiglio di Stato modificava il piano cantonale di risanamento, invitando i Comuni di Melide, Vico Morcote e Carona ad allacciarsi all'impianto di Barbengo. Lo sviluppo demografico e l'allacciamento dei Comuni citati hanno reso necessario un anticipo delle opere d'ampliamento, rendendo, nel contempo, opportuna, un'ottimizzazione ed un potenziamento dell'impianto.

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  • A) Bacino di chiarificazione

  • B) Viti d'Archimede

  • C) Griglia a maglia larga

  • D) Dissabbiatore

  • E) Bacini di decantazione primaria

  • F) Viti d'Archimede intermedie

  • G) Raccoglitore fanghi freschi

  • H) Ponte raschiatore

  • I) Bacini di aerazione

  • L) Bacini di decantazione finale

  • M) Pompe aspiranti

  • N) Vasche biofiltri

  • O) Filtri a sabbia

  • P) Stagno

  • Q) Roggia Scairolo

  • R) Digestori primari

  • S) Ispessitori

  • T) Gasometro

  • U) Pressa a nastro

 
 

Funzionamento

  • La rete consortile ha un'estensione di circa 22,5 km. Nelle zone industriali il sistema di smaltimento è prevalentemente separato, mentre nelle zone residenziali è per lo più misto. Al termine delle zone a sistema misto, è stato necessario costruire dei manufatti speciali (bacini di chiarificazione) per limitare l'afflusso verso l'impianto nei momenti di forte pioggia. I bacini di chiarificazione sono equipaggiati di strumenti di controllo di misura del livello e delle portate con trasmissione dei dati e possibilità di regolaggio dall'impianto. Nella rete consortile si riscontrano regolarmente materiali dannosi per il funzionamento dell'impianto (legname, pezzi di calcestruzzo, stracci, calze, ecc.), per cui occorre utilizzare le fognature in modo corretto.

    In particolare si riscontrano all'impianto pezzi di asfalto, sassi e materiale di costruzione che in genere provengono da cantieri in esercizio. Questo materiale è particolarmente dannoso per le pompe in rete e per le apparecchiature dell'impianto. Anche lo scarico di liquidi oleosi e grassi deve essere limitato al minimo indispensabile.

  • Dal bacino di chiarificazione, le acque vengono sollevate tramite due viti d'Achimede e immesse nel ciclo di trattamento dell'impianto. Le acque sollevate attraversano una griglia a maglia larga che trattiene il materiale grossolano, quale pezzi di legno, stracci, bastoncini di ovatta, ecc. In seguito esse sono trattate nel dissabbiatore nel quale vengono separate da sabbia e ghiaia. La sabbia risultante viene lavata per essere trasportata in discarica. Il materiale organico contenuto nelle acque trattate viene tenuto in sospensione da un sistema di insufflazione inserito nel dissabbiatore.

  • Le acque provenienti dal dissabbiatore, attraversano una griglia fine, la quale provvede ad allontanare quei residui solidi non ancora separati dalle acque. Esse raggiungono poi i due decantatori primari per mezzo di due viti d'Archimede intermedie. Nei due decantatori primari le materie pesanti decantano sul fondo e sono trascinate nel raccoglitore fanghi freschi da un ponte raschiatore. I fanghi primari, raccolti nel raccoglitore fanghi freschi, sono pompati nei digestori primari. Olii, grassi e materiale galleggiante sono trascinati dai ponti raschiatori ed evacuati in una fossa da dove vengono pompati anch'essi nei digestori.

  • Le acque trattate meccanicamente sono convogliate in quattro bacini di ossidazione a fanghi attivi. I materiali organici in sospensione e le sostanze in soluzione rappresentano il nutrimento per batteri e altri organismi microscopici presenti nelle acque luride e quindi nel bacino biologico. I batteri presenti sono attivati tramite insufflazione d'aria, che permette la trasformazione delle sostanze esistenti in sostanze decantabili. La decantazione avviene nei quattro bacini posti ai lati della biologia, dove le sostanze in sospensione decantano e vengono raccolte da pompe aspiranti, montate sui quattro ponti raschiatori e immesse nuovamente nella biologia. I fanghi esuberanti, detti fanghi di supero, vengono pompati nei digestori primari.

  • Le acque in uscita dal decantatore finale sono raccolte in una vasca situata nel sotterraneo dell'edificio da dove vengono pompate nei biofiltri. I biofiltri sono costituti da materiale galleggiante (palline di polistirene) con una grande superficie a contatto con l'acqua, sulla quale agisce la biomassa nitrificante. La biomassa, composta da organismi microscopici che si nutrono e trasformano le sostanze organiche e l'azoto, è attivata da un'insufflazione a ossigeno. L'acqua, dopo aver attraversato i biofilitri, viene immessa in filtri a sabbia dove vengono trattenute le materie in sospensione ed il fosforo, attraverso un processo di precipitazione e filtrazione. I fanghi provenienti dalla biofiltrazione sono stoccati nei bacini di lavaggio biofiltri e reinseriti nel ciclo di depurazione dopo le griglie fini. Le acque trattate e depurate, sono scaricate nella Roggia Scairolo, dopo aver attraversato uno stagno.

  • I fanghi freschi e galleggianti provenienti dai decantatori primari e i fanghi di supero ispessiti, provenienti dalla biologia sono miscelati e pompati in due digestori primari. I fanghi sono riscaldati nei digestori e, successivamente, fatti decantare in due ispessitori. Una pressa a nastro permette di ridurre al minimo il volume dei fanghi, affinché il trasporto all'impianto di smaltimento sia il più economico possibile. Il gas prodotto nei digestori è conservato nel gasometro e tramite il cogeneratore trasformato in calore ed energia elettrica. Il calore prodotto contribuisce a riscaldare i fanghi e a riscaldare gli stabili amministrativi e di servizio. Il gas in eccedenza è bruciato da una torciera.

 

Norme di sicurezza

  • L’IDA tratta acque luride di origine domestica e industriale mediante metodi fisici, chimici e biologici, per lo più in bacini aperti.

    Annuncio di entrata, orari di lavoro
    Ogni entrata al sedime dell’IDA deve essere annunciato in amministrazione tramite citofono.

    Gli orari di lavoro presso l’IDA sono:
    Lunedì–Venerdì dalle 08.00 alle 12.00 e dalle 13.30 alle 17.00
    L’accesso degli addetti ai lavori è consentito limitatamente ai luoghi di lavoro e ai locali igienici messi a disposizione dal Consorzio.

    Posteggi
    I veicoli di servizio devono essere lasciati nei posteggi demarcati.

  • Tutti i lavoratori di ditte esterne devono attenersi ad eventuali indicazioni particolari date dai responsabili dell’IDA.

  • Ogni lavoratore deve lavare attentamente le mani e gli avambracci prima di lasciare l’IDA. È proibito consumare cibo al di fuori delle aree e dagli orari designati dai responsabili.

  • Ogni lavoratore deve essere dotato dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) secondo le regole dell’arte e secondo le prescrizioni della SUVA.

  • Ogni ditta porta sul posto di lavoro i propri estintori idonei per la classe di incendio a dipendenza del lavoro che svolge. Nei locali con potenziale presenza di gas (locali Ex) è proibito fumare e utilizzare telefoni cellulari. In caso di lavori di saldatura in questi locali va preavvisato il responsabile.

  • Comportamento in caso di incidente
    1. Guardare, riflettere, agire
    2. Salvare
    3. Rilevare lo stato della persona ferita
    4. Allarmare
    5. Offrire sostegno

    Comportamento in caso di incendio
    1. Allarmare
    2. Salvare
    3. Spegnere

    Numeri emergenze
    Centro tossicologico 145
    Ambulanza 144
    Polizia 117
    Pompieri 118